lunedì 29 settembre 2014

Galleria fotografica: El Rocio


Là dove termina l'asfalto ed inizia la terra battuta. Circondato da lagune, popolato da cavalli, uccelli, gitani e da un palpabile misticismo: ecco le foto di El Rocio.

L'arrivo nel villaggio

venerdì 25 luglio 2014

Le mie pagelle: El Rocio

El Rocio - Voto: 10+

Questo è uno dei luoghi più speciali in cui io sia mai stato. Ci sono arrivato dalla strada che costeggia il Parco Nazionale di Donada - riconosciuto come riserva della biosfera dell'Unesco per via della grande varietà di ecosistemi e specie animali che ospita - davvero una meraviglia per gli occhi. El Rocio sorge al limitare del parco, dietro un grande stagno popolato da uccelli. (Dall'altra parte del parco, alle spalle di El Rocio, nascosti dalla vista del viaggiatore sognatore che arriva dalla costa, si trovano i chilometri di tunnel di plastica della scandalosa coltivazione intensiva di fragole della provincia di Huelva, un danno enorme per l'ambiente a causa del disboscamento, dell'inquinamento da plastica e pesticidi e dell'inaridimento del terreno, oltre ai problemi sociali legati allo sfruttamento della manodopera stagionale. Tutto questo non è El Rocio, ma mi sembrava giusto aprire una piccola parentesi).

Il santuario de Nuestra Señora del Rocío

Dalla strada si vede svettare la bianca Ermita il cui profilo è riflesso nelle acque davanti alla chiesa. Questo santuario ospita la statua di una vergine oggetto di culto che richiama ogni anno, nei giorni della Romeria (il pellegrinaggio), oltre un milione di visitatori. Entrare nel villaggio è particolarmente suggestivo: ci si lascia alle spalle la strada asfaltata e si prosegue sulla terra battuta, alzando la polvere, tra i locali che si muovono a cavallo, edifici bianchi e quelli che potrebbero essere saloon. E' un angolo di far west messicano, perduto nel tempo, un villaggio di 1.600 persone, in gran parte gitani.

domenica 20 luglio 2014

Le mie pagelle: la spiaggia di Cuesta de Maneli

Cuesta de Maneli - Voto: 9,5

Tra le tante spiagge atlantiche della provincia di Huelva ho scelto di fare tappa in questa per via delle recensioni che avevo letto: ampia, lunga, di sabbia fine, selvaggia. Con grande soddisfazione, confermo che è tutto così. Da un comodo parcheggio (queste le coordinate GPS: 37,08 N, -6,6861 W) si accede ad un percorso su passerelle di legno che si snoda tra il verde di pini e arbusti e che dopo poco più di un chilometro e mezz'ora di cammino termina con il mare. Raggiunta la spiaggia di questo tratto di costa lungo oltre 10 km tra i villaggi di Matalascanas e Mazagon, camminate verso sud: alla vostra destra si apre l'immensità dell'oceano mentre a sinistra si può godere della vista dell'Acantilado del Asperillo, un sistema di dune fossili di grande interesse geologico e notevole valore paesaggistico, che si dipinge di fantastici colori al tramonto.

La parte finale del percorso che porta alla spiaggia

Continuando verso sud la spiaggia diventa via via più selvaggia, il naturismo è abituale e le conchiglie sono sempre più numerose. Unica nota negativa, l'inciviltà dell'uomo: nonostante la presenza di numerosi cassonetti nel luogo di accesso alla spiaggia (dove si trova anche un piccolo bar), più ci si allontana da qui e più si trovano rifiuti abbandonati sull'arenile. Non sto parlando di una discarica a cielo aperto ma di alcune cose abbandonate qua e là che rovinano quello che altrimenti sarebbe un angolo intatto di paradiso.

sabato 19 luglio 2014

Galleria fotografica: la spiaggia di Cuesta de Maneli


Le foto della più bella spiaggia della mia vacanza: l'infinita distesa di sabbia bagnata dall'Altantico di Cuesta de Maneli, alle porte del parco nazionale De Donada.

L'accesso alla spiaggia in una mia foto rielaborata da Google

giovedì 10 luglio 2014

Galleria fotografica: El Muelle de las Carabelas e il racconto dell'impresa di Colombo

La Nina, la Pinta e la Santa Maria vi stanno aspettando per salpare alla scoperta del Nuovo Mondo! Le mie foto del Muelle de las Carabelas ma soprattutto molte curiosità e aneddoti storici e scientifici: vi invito a leggere le didascalie delle foto e ad unirvi all'impresa di Cristoforo Colombo.

Sulla sinistra la Santa Maria: impropriamente chiamata caravella è in realtà una caracca, una nave più grande e pesante ma anche più lenta e meno robusta.
Sulla sinistra la Santa Maria: impropriamente chiamata caravella è in realtà una caracca, una nave più grande e pesante ma anche più lenta e meno robusta.

sabato 5 luglio 2014

L'indice del blog, per leggerlo come se sfogliassi un libro

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giovedì 3 luglio 2014

Le pagelle: Palos de la Frontera e i Luoghi di Colombo


Palos de la Frontera e i Luoghi di Colombo - Voto: 10

Questo voto è forse il più soggettivo, ma tant'è: la visita di Palos de la Frontera mi ha emozionato! Affascinato sin da piccolo dall'avventura di Cristoforo Colombo, credo di aver sempre saputo che il navigatore genovese più di cinque secoli fa salpò per la storica impresa da un posto chiamato Palos e il ritrovarmi proprio in questo villaggio dopo averlo tanto fantasticato da bambino è stata una sensazione particolare.

La bella piazza della chiesa di San Jorge
La bella piazza della chiesa di San Jorge

La chiesa di San Jorge dove Colombo e l'intero equipaggio ricevettero la benedizione prima di partire è, nella sua semplicità e nel caratteristico stile mudejar, incantevole e lo stesso vale per la piazzetta antistante e il vicino parco. A Palos ho incontrato davvero pochi turisti, peraltro tutti spagnoli: un tocco in più all'autenticità di questo luogo, privo com'è di attrazioni civetta da parco divertimento costruite con il solo scopo di attirare qui folle armate di macchina fotografica (o smartphone). Dietro la chiesa, in un tranquillo spazio verde, si trova la fontanilla, la fontana da cui le tre navi avrebbero fatto scorta d'acqua per il viaggio.

mercoledì 2 luglio 2014

Galleria fotografica: Palos de la Frontera

Le foto di Palos de la Frontera, il villaggio da cui Cristoforo Colombo salpò alla volta del Nuovo Mondo. Oltre alle foto, come sempre, potrete leggere brevi aneddoti e curiosità.

L'Iglesia San Jorge, qui il navigatore genovese ricevette la benedizione prima di partire

martedì 1 luglio 2014

Le mie pagelle: Carmona

Il tour che ho condotto in Andalusia è stato progettato da me prima di partire, sulla base di ricerche e sulla scelte di cosa mi potesse interessare di più. L'idea era evitare i luoghi più turistici e le tappe più impegnative, cercando di concentrare il più possibile nel poco tempo a mia disposizione: ero solo quindi il percorso è stato ideato sulla base di ciò che piace a me e io preferisco fare più tappe brevi piuttosto che dedicare giorni ad ogni singola sosta. Il risultato è stato un viaggio estremamente piacevole, per nulla stressante, che mi ha consentito di godere di bellezze diverse e in alcuni casi nascoste, vivendo ogni giornata in modo rilassato, fermandomi ad ogni tappa per il tempo che ritenevo di volta in volta necessario. Insomma, lo avrete capito, il viaggio mi è piaciuto davvero molto ma, come è ovvio e data anche la diversità delle stesse, ho gradito in modo diverso le varie mete visitate. Cercherò in questa serie di post della sezione Le pagelle di fare un riepilogo di tutte le 15 tappe del viaggio, esprimendo un voto sintetico e un breve giudizio. Pur essendo il voto soggettivo, in quanto esprime i miei giusti, risente di ciò che ho vissuto, delle persone che ho incontrato e del mio stato d'animo nel momento della visita (senza dimenticare un po' di meteoropatia!), può esservi d'aiuto per farvi un'idea su ogni singola tappa e per decidere se includerla o meno nel vostro tour. Un'ultima considerazione: come spesso mi accade, i luoghi di cui nutrivo maggiore aspettativa sono poi quelli che mi hanno deluso di più mentre quelli che in fase di organizzazione non mi dicevano granché mi hanno sorpreso davvero.

Pausa pranzo a Carmona in una mia foto artisticamente rielaborata da Google!

Continuando a leggere questo post troverete i miei giudizi sulla prima tappa del viaggio: Carmona.